Tra i predecessori di Mingaud le cronache dell’epoca citano come figure di spicco Dollè, Persicotsce Espolard, gli ultimi eroi dell’epoca della queue seche, ovvero della stecca priva di girello di cuoio. Il più famoso tra tutti, Espolard (conosciuto anche come Spolar), viene menzionato in un paragrafo delle Memoires del Dott. Veron, dove si ricorda che questo carambolista di raro talento stupì per anni, durante il primo impero, i frequentatori di casa Tortoni. Spolar proveniva da Rennes, dove faceva l’avvocato. Gli affari, purtroppo, gli andarono male e problemi economici lo indussero a cambiare aria, cercando rifugio a Parigi. Nella capitale francese Spolar riuscì a trar partito da un’arte, il biliardo poco adatta, in apparenza, a nutrire coloro ch,e la praticavano. La fortuna dell’ex avvocato del foro di Rennes fu di avere tra i suoi ammiratori anche il potente Tortoni, che gli offrì alloggio, con relativo biliardo per allenarsi, in un’ala del suo sontuoso palazzo. Montron ed il principe di Talleyrand vennero più, volte ad ammirarlo e diventarono in questo modo suoi accesi tifosi. Il principe, che era “un dritto”, pensò bene di presentarlo ad un suo “amico” -l’esattore generale del dipartimento dei Vosgi, il quale riteneva di essere un fenomeno nel gioco del biliardo provocando 1a partita tra i due. Il risultato fu questo: 40.000 franchi nelle tasche di Talleyrand e Spolar Attraverso simili protezioni Spolar arrivò ad essere nominato, ne11809, professore di biliardo della regina Hortense. Purtroppo non riuscì a trarre il dovuto profitto dall’invidiabile posizione raggiunta: la morte lo colse, impietosa e prematura, nel 1811.
In apertura, Paulmerie, sala biliardo e strumenti di gioco, ne11751. l giocatori si servono ancora di mazze per spingere le bilie, anche se l’uso della stecca è già largamente diffuso. Le bilie in avorio, del diametro di due pollici (5,08 cm) sono diventate tre, da due come erano sempre state.
Infatti, proprio alla metà del Settecento risale l’introduzione della terza bilia, di colore rosso, chiamata carambola dal termine spagnolo riferito ad un piccolo frutto esotico. Sul biliardo si notano sei buche che ancora non “entrano” nella sponda, come vuole invece, il “taglio moderno”, introdotto in Inghilterra agli inizi dell’Ottocento.
Qui sotto, sul piano si vede l’archetto di ferro legato alle tradizioni più antiche del biliardo, quando il gioco veniva praticato al suolo.
A ricordarlo resterà la “D”, il semicerchio della bilia in mano, ancora presente sui tradizionali biliardi inglesi. Si noti il segnapunti dal cui esame si può capire che le partite andavano al massimo ai 16 punti e sospesa sopra il biliardo, una struttura massiccia su cui vengono sistemate le candele per l’illuminazione notturna.