Il primo Campionato italiano 5 birilli si svolse ufficialmente nel 1935 al Kursal S. Lucia di Bari e fu vinto da Urbino. Tuttavia, per trovare tracce di associazione o federazione del biliardo occorre arrivare al 1951. In quell’anno nacque l’Associazione biliardistica a opera del direttore dell’ENAL (Ente nazionale assistenza lavoratori) di Vercelli, il signor Pizzi. Sempre in seno all’ENAL, questa volta a Torino nel 1958, venne fondata la FIAB (Federazione italiana amatori biliardo), il cui presidente Filippo Spinosa inaugurò il primo campionato italiano sotto l’egida federale, conquistato da Carlo Montrucchio. Nel 1961 la FIAB spostò la sede da Torino a Roma. La reggenza passò a Gino Dagnino e furono indetti il primo campionato di boccette e la quarta edizione dei 5 birilli. I vincitori per specialità furono Celestino Celestini e Paolo Coppo (classe 1930), che in seguito si rivelò uno dei più forti specialisti, oltre che giocatore di eccezionale longevità essendo presente alle gare fino al 2000. Il movimento biliardistico si ampliò notevolmente e questo successo, invece di rafforzare una base unica, creò aggregazioni diversificate. Nacque così la FIBA alla guida della carambola e delle boccette, riconosciuta dalla CEB (Confederazione europea biliardo). A sua volta la FIAB allargò sempre più l’influenza presso i circoli dopolavoristici, che nel 1964 assommavano a 184 con una forza di oltre 5000 iscritti. Sotto la presidenza di Luigi Angoli, restato in carica fino al 1967 con Giulio Giovannini alla segreteria, venne riconosciuto lo Statuto federale per un democratico sviluppo dell’ente.
Nel 1969, presidente Amedeo Avallone, FIBA e FIAB trovarono un accordo e formarono la FIBS forte ormai di 12.000 tesserati. L’attività federale toccò punte di alta qualità, le varie specialità trovarono spazi per l’allestimento di tornei e l’opportunità di confronti internazionali. Nel Salone delle Feste del Casinò di St. Vincent si organizzò un torneo delle varie specialità (goriziana, boccette e carambola libera) riconosciuto dalla CEB, alla presenza del francese Marcel Bocognano, responsabile europeo. Su proposta del consigliere Vincenzo Testa, nacquero le sezioni di specialità, con posizione autonoma. Il decentramento fece chiarezza nell’attività e qualificò la FIBS che portò il presidente nazionale Avallone nel Consiglio direttivo europeo. L’Italia organizzò nel 1975 la rassegna mondiale 5 quilles. La manifestazione si svolse a Campione d’Italia e per la prima volta salì sul podio più alto un giocatore italiano, Domenico Acanfora.
Se l’attività agonistica era in continuo progresso, la divergenze sulle scelte politiche e organizzative si acuirono al punto di dare adito a una nuova scissione. L’imprenditore milanese Rinaldo Rossetti, che si era dimesso da consigliere nel 1971, guidò una nuova federazione (FISAB) la quale ebbe forte seguito e nel 1975 fece uscire il mensile Biliardo match, che divenne presto la testata storica della specialità.
La divisione si ricompose presso il Circolo cittadino di Jesi il 1° luglio 1979, una data importante. Presidente della FIABS (Federazione italiana amatori biliardo sport) ‒ questa la nuova sigla ‒ fu Rossetti, il quale divenne l’animatore, infaticabile e innovatore, del biliardo moderno adottando la politica del buon senso e dei piccoli passi. Al momento dell’unificazione il biliardo italiano annoverava 1500 società e 30.000 giocatori tesserati. Per festeggiare l’evento la FIABS ottenne l’organizzazione della 5a edizione del Campionato del Mondo 5 quilles a Pesaro e ancora una volta vinse il titolo iridato un italiano, il milanese Attilio Sessa, che si impose sull’argentino Néstor Gómez, giovane di talento vincitore delle due edizioni successive a Necochea (Argentina) nel 1980 e a Loano (Italia) nel 1982. Giocatore fisso della nazionale, Sessa fu anche curatore di Biliardo match.
Negli anni Ottanta il biliardo italiano toccò il massimo della popolarità, la schiera dei campioni si allargò e nomi nuovi si affacciarono alla grande ribalta. La scuola argentina e quella italiana si confrontarono sempre più spesso, assicurando un gioco spettacolare di notevole contenuto tecnico. Gli altissimi indici di gradimento televisivi furono il riscontro ideale a conferma di quest’ascesa. Non solo, il crescente successo portò al riconoscimento da parte del CONI della FIABS che entrò come associata sotto la responsabilità dell’UBI (Unione bocciofila italiana), aprendo anche la prospettiva dell’ammissione ai Giochi Olimpici.
Successivamente una serie di spiacevoli vicende, non sempre di matrice sportiva, annullò sia questa speranza sia la grande crescita. Uscito di scena Rossetti dopo 23 anni decisivi per la storia del biliardo italiano moderno, nel novembre 1994 la presidenza passò a Massimino Del Prete. Nel 1988 lo sostituì Giuseppe Alveti con una conduzione travagliata fin dall’inizio. Una forte opposizione rese tutto difficile, il biliardo italiano si sfaldò fino ad arrivare nel 2001 al commissariamento, che non ha placato le polemiche, ma semmai le ha acuite. E il costo traumatico delle situazioni conflittuali è aumentato. Il CONI ha revocato il riconoscimento al biliardo della posizione di disciplina associata. La crisi federale, sfociata in divisioni e vuoti di potere, ha cancellato in tal modo il precedente lavoro di avvicinamento al riconoscimento olimpico. Pur annoverando milioni di praticanti e un’attività ormai notevole su tutto il territorio nazionale, il biliardo è escluso dal mondo sportivo ufficiale. Nel 2002 è stato eletto presidente della FIBiS (Federazione italiana biliardo sportivo) Emanuele Principi. Anche se non tutto è stato chiarito e le stesse elezioni lasciano qualche ombra da parte dei non allineati, il biliardo sembra essere in ‘pausa di riflessione’ e in fiduciosa attesa di una prossima riammissione. Come primo segno positivo, nel 2003 è stata allestita in Italia la 18a edizione dei Campionati mondiali 5 quilles a Legnano (Milano) non già in una struttura sportiva, ma negli studi di una emittente televisiva, Antenna 3, che ha trasmesso l’evento in diretta sul territorio nazionale. Nell’occasione si è imposto Crocifisso Maggio, giocatore brindisino già detentore del titolo europeo, che ha letteralmente azzerato la concorrenza, vincendo tutte le partite senza perdere un solo set e battendo campioni come Gustavo Torregiani, Davide Martinelli e Gustavo Zito, che era titolare uscente. Un trionfo tutto italiano, con Gerardo Mascolo argento, Francesco Auletta e Riccardo Masini bronzo.